martedì 5 gennaio 2010

Lettera aperta di Legambiente sul Parco delle Cave

Vittima di egoismi e interessi, il Parco delle Cave perde i suoi angeli custodi
Con il 2009 si è chiusa un'esperienza di successo per Milano: la nostra città infatti ha visto crescere, insospettabilmente, esperienze di progettazione e gestione del verde che sono veri gioielli, assurti a prestigio internazionale. E' il caso del Parco delle Cave, un territorio riscattato dal degrado per divenire paesaggio urbano eccellente grazie alla partecipazione di cittadini e comitati e alla competenza degli operatori del Centro per la Forestazione Urbana (CFU) di Italia Nostra. Il CFU è una vera e propria istituzione milanese, una scuola di paesaggio a cui hanno attinto molte di quelle che poi sono divenute affermate firme della progettazione del verde, nata da un impegno di volontariato ambientale quale fu, negli anni '70, la realizzazione di Boscoincittà. Erano gli anni della Milano del sindaco Aniasi, in cui la sensibilità ambientale affiorava anche grazie a figure come quelle dell'allora assessore Ercole Ferrario, in seguito divenuto presidente di Legambiente Lombardia. In quella Milano migliaia di alberi furono piantati ad opera di cittadini organizzati nei terreni incolti attorno al nucleo abbandonato di Cascina San Romano, poi divenuta sede operativa del CFU stesso, segnando la nascita del più 'mitteleuropeo' tra i parchi milanesi. E quella bella storia di impegno, volontariato e competenza è stata trasfusa anche nella trasformazione del Parco delle Cave, affidato alle cure del CFU dal sindaco Formentini nel 1994. In questi 15 anni di lavoro e progetti le acque stagnanti delle cave sono rinate e sono diventate laghi lucenti, sono stati ripuliti i terreni contaminati da rifiuti e macerie, gli spacciatori hanno dovuto abbandonare i prati che si stavano animando di nuovi frequentatori, sono stati realizzati centinaia di orti urbani, una nuova area umida si è popolata di fauna selvatica, una boscaglia degradata è divenuta area naturalistica, nuove siepi e boschi hanno iniziato il loro sviluppo. Su questo processo, il CFU ha garantito un'assidua regia, catalizzando la partecipazione di cittadini e associazioni del quartiere.
Questa fertile esperienza di sussidiarietà e partenariato si è rivelata efficace quanto qualificata: ciò ne rende incomprensibile l'epilogo, frutto di scelte gestionali diverse, volute dall'assessore Cadeo. Scelte che si sono accompagnate a conflitti, producendo disgregazione tra le associazioni insediate nel parco, alcune delle quali, con visione miope, hanno intravisto nel 'nuovo corso' voluto dall'amministrazione Moratti, e nel sacrificio della regìa unica del parco, spazi per conquistare rendite di posizione e privilegi per se stesse e per i propri associati. Si è riprodotto in piccolo, nei confini del Parco delle Cave, il modello della città disgregata, che perde di vista i grandi obiettivi qualificanti per tutta la comunità per tutelare rendite di posizione e interessi particolari utili in una logica di lottizzazione elettorale.
Nel nuovo disegno di città voluto dal PGT il Parco delle Cave, abbracciato da fantasiosi progetti di vie d'acqua previste per Expo, dovrebbe diventare una parte del 'West Park dell'intrattenimento', tra ruote panoramiche, parchi divertimento, vecchie-fattorie-ya-ya-oh... e altri non-luoghi, di cui forse Milano può anche fare a meno.
Da milanesi oggi non possiamo che ringraziare gli operatori CFU per una gestione i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, e sperare che chi verrà dopo di loro non li disperda. Già, chi verrà dopo? Per quanto è dato di capire, la gestione del parco verrà affidata all'Università di Milano (ma che c'entra l'Università con la gestione di un parco pubblico?) e alla Global Service, con inevitabile aumento dei costi. Per la nostra associazione la chiusura di questa esperienza rappresenta una grave perdita di spazi entro i quali praticare la sussidiarietà e l'azione cooperativa, realizzata in tante iniziative di volontariato ambientale svolte insieme al CFU, al suo personale e ai volontari che gravitano intorno a questa struttura. Resta l'amarezza per una città che perde i pezzi, proprio nei parchi che rendono il paesaggio urbano attraente e degno di essere vissuto, come è sicuramente stato, fino ad oggi, nel Parco delle Cave.

Damiano Di Simine e Franco Beccari, Legambiente
Damiano Di Simine Presidente Legambiente Lombardia
via Mercadante 4, milano


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1 commento:

  1. Ogni scempio non avviene per caso: esiste una rete ben articolata che lo propone ed una che lo sostiene nelle retrovie. Purtroppo la realtà italiana è zeppa di contaddizioni. È risaputo che uno dei principali fautori dell'allontanamento di Italia Nostra dal Parco delle Cave è il Circolo Legambiente Milano ovest...

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