Spettabile Direzione de "Il Rile, vi scrivo per porre all’attenzione dei
vostri numerosi lettori un problema che continua a piagare Quinto Romano – ma
non ne sono immuni altri quartieri della cintura metropolitana – e cioè un
subdolo e pernicioso inquinamento derivante dalla bruciatura delle guaine di
cavi elettrici rubati per ottenere il rame grezzo, venduto poi sul mercato nero
con destinazione Romania e poi da lì verso la Cina la quale – tramite
intermediari – è il maggior acquirente. Ora, noi tutti sappiamo dei treni
bloccati per il furto dei cavi di rame lungo i binari; ma forse non è ancora ampiamente
noto che a fine Febbraio 2013, dall’Aquatica sono stati sottratti i cavi ad
alta tensione dell’energia e dell’illuminazione per ricavare altro rame.
Ognuno invece ormai sa chi è Carmine
Schiavone, il cassiere della Camorra, il quale dopo l’arresto ha rivelato
durante gli interrogatori (rimasti secretati per ben 17 anni) il meccanismo di
smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti tossici per lo più provenienti
dalle industrie del Nord-Italia e della Germania. Ebbene in quelle confessioni
il redento Carmine dà alle popolazioni residenti vicino alle fosse con tombati i
milioni di metri cubi di quei rifiuti, 20 anni ancora di vita, prima di
contrarre tumori vari.
Certo, qui non si vuol qui dare l’attestato
di epidemiologo all’ex-camorrista – anche se la sua sola profonda esperienza in
quel “salubre” settore lo rende già di per sé credibile – né si vuol paragonare
la “Terra dei fuochi”, cioè l’area tra Caserta, la piana del Volturno e
Napoli-Nord, con Quinto Romano o con gli altri succitati quartieri della fascia
metropolitana di Milano, ma il fatto è che da molti anni l’aria della zona è
ammorbata da queste combustioni che possono generare, nel breve periodo, mal di
testa e sinusiti e a lungo termine chissa coas’altro. Perché bisogna
concentrarsi bene, e pensare che quando si bruciano guaine di polietilene si
genera Diossina, e chi di noi ha superato gli “anta” si ricorda vividamente le
tragiche foto dei visi butterati dei bambini di Seveso e le malformazioni
neonatali apparse solo pochi mesi dopo quel tragico giorno del 10 Luglio del 1976
quando da un impianto della fabbrica ICMESA fuoriuscì, per un guasto, una
nuvola di Diossina che ammantò 1800 ettari di terreno.
Nel frattempo il governo ha emanato un Decreto legge che vieta i fuochi all'aperto di ogni genere di rifiuti Decreto Legge 10 12 2013
Ritornando a questi “ignoti fuochisti” attorno
a Quinto Romano, pochi anni fa, essi bruciavano alla luce del sole, incuranti
della plateale apparizione di nuvole di fumo che a volte si dispiegavano su un
fronte di parecchie centinaia di metri. In seguito, con la costante azione del
Comitato “Vivere Quinto” che ha sensibilizzato l’intervento delle forze della
Polizia Locale - tramite i tre Vigili di Quartiere che conoscono bene il
territorio - e anche grazie all’interessamento del Consiglio di Zona 7, si è
avuto un cambio di “turno di lavoro” di questi individui: adesso infatti bruciano
costantemente e per lo più di notte. Le attività di giorno le riservano – come
per farsi una gita fuori porta - per i weekend o durante le giornate di sole ma
con molto vento, o quando si presentano intense piogge o in caso di emergenza
neve. Inoltre non mancano un singolo appuntamento quando vi sono le partite di
calcio o i concerti a San Siro: insomma si attivano nei momenti in cui è più
difficile individuarli o quando le forze della Polizia Locale sono già
massicciamente impegnate per i suddetti eventi.
A rendere poi più complicata la
localizzazione di tali siti mobili di combustione, che stringono, quando non
spira aria, in un’asfissiante morsa il quartiere di Quinto, ci si mettono anche
alcuni proprietari di orticelli che accendono falò per bruciare stoppie o rami
di potatura. E non solo, perché in quel momento, si sa, viene comodo sbarazzarsi
anche di altri atipici residui, quale le bottiglie di plastica. A tal proposito
bisogna essere chiari e netti: una legge della Regione Lombardia, d.g.r. 2605 del 30 novembre
2011
proibisce tali falò e la Polizia Locale è tenuta a comminare multe, anche
pesanti se si è recidivi. Per di più il continuare a farlo - a parte intossicare
comunque chi abita nelle immediate vicinanze - consolida nei residenti più apatici, distratti,
fatalisti o minimizzatori del quartiere, l’idea che i pestiferi fumi delle
guaine di polietilene che poi inondano di notte le abitazioni siano sempre quelli
derivanti dal disfarsi di queste fantomatiche e innocue “stoppie”. Tra l’altro il
puzzo delle guaine bruciate è facilmente individuabile; infatti quando nel rogo
non viene aggiunta spazzatura, esso assomiglia al caratteristico odore dei würstel
bruciati
E’ necessario a questo punto ricordare che
a inizio Giugno 2013 un apicoltore di Quinto ha avuto, dopo una moria di api del
2012, una seconda e più estesa moria (da ben tre anni la produzione di miele
del suo apiario era calata drasticamente), fatto che dovrebbe far rizzare i
capelli a chi tiene alla propria salute e a quella dei propri figli, perché le
api, in tutto il Mondo, se stanno bene, sono considerate come la conferma che
quell’ambiente in cui sono dislocate è sano. Né ci mette a nostro agio un
recente reportage apparso sull’inserto Salute del 22 Ottobre 2013, visionabile
sul link http://zona7milano.blogspot.it
, da cui si apprende che il rame tossico - una parte del metallo, seppur
minima, volatilizza durante questi roghi - è una delle principali cause
dell’Alzheimer.
Credo, Caro Direttore, che i lettori del
Rile si chiederanno a questo punto cosa fare per contrastare tali incivili e
ignoranti gesti. Rispondo prima in modo interlocutorio con il ritornello di una
nota canzone del grande cantautore Giorgio Gaber: “Libertà non è stare sopra un
albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero. Libertà
è partecipazione”. Cito altresì parte della recensione di Gabriella Lanza per
il libro “Il Sud puzza” di Pino Aprile, Piemme Edizioni: “ Lucia era una
casalinga appagata. Ora è una cacciatrice di fumo. Passa le giornate a scrutare
il cielo sopra la piana del Volturno, quella che adesso è chiamata la Terra dei
Fuochi. Quando avvista un incendio, segna il posto, l’ora e ogni particolare.
Poi denuncia tutto alla Polizia. Lucia non è la sola: oltre a lei ci sono
ingegneri, medici, preti. Gente comune che ha deciso di salvare questo Sud
trasformato in discarica nazionale”.
Ecco, a mio parere, bisognerebbe fare come la
Lucia perché lo Stato siamo anche noi cittadini. Nel nostro caso, dopo aver
fotografato l’evento anche con un cellulare, chiameremo lo 02.02.08 del Comando
centrale della Polizia Locale e alla risposta automatica faremo seguire il tasto
1 per la richiesta di intervento di una pattuglia, dando all’operatore la
localizzazione precisa, se possibile con il numero civico più prossimo a quel rogo.
Il quartiere di Quinto Romano beneficia
della presenza di ben tre parchi: Parco delle Cave, Bosco in Città e Parco di
Trenno. Scrolliamoci di dosso la nomea di “quartiere dormitorio”, informiamo di
questo problema i nostri amici qui residenti, anche con mail, tramite Facebook,
Twitter o con quant’altro Internet ci mette a nostra disposizione. Non lasciamo
che il degrado, nelle sue varie forme, trasformi lo “spazio libero” di Quinto, da
oasi del verde in un ambiente invivibile. Siamo tutti interessati, perché
questi dannosi fumi toccano tutti, senza distinzione alcuna. Incrementiamo
dunque – residenti e rappresentanti delle attività produttive del quartiere - la
nostra vigilanza, la quale, in collaborazione con le istituzioni, potrà essere
in grado di far cessare questo allarmante inquinamento.
Nel frattempo il governo ha emanato un Decreto legge che vieta i fuochi all'aperto di ogni genere di rifiuti Decreto Legge 10 12 2013
Isidoro Spirolazzi
Presidente del
Comitato “Vivere Quinto”.
Ciao, sono capitata per caso su questo articolo perché cercavo di trovare informazioni sul forte odore di bruciato che io avverto ogni sera da casa mia che si trova a quinto romano. Non ho idea da dove provenga ma alcune volte é talmente forte che mi brucia la gola e lo stomaco. Cosa si potrebbe fare di più concreto? Hai avuto riscontri dopo questo articolo? Grazie mille. Nat
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